domenica 25 novembre 2012

SESTA PUNTATA

...ALTRO CHE WIKIPEDIA!

Che cos'è. La Slovenia è una nazione compresa all'interno dei confini della Slovenia, conta circa due milioni di abitanti (prevalentemente sloveni – dato che molti non-sloveni sono stati “cancellati” ai tempi dell'indipendenza - tuttavia c'è qualcuno cui andò peggio qualche anno prima, nella zona carsica...). La superficie è di circa 20.000 chilometri quadrati: circa mezza Svizzera, poco più di Puglia e Veneto. Gli sloveni, come i calabresi, sono poco meno dei lettoni. Da queste parti, è opinione diffusa che la Slovenia abbia la forma di una gallina: difficile dire se perché non conoscano la gallina o la topografia della loro nazione. Pensate all'Austria, mettetela sotto la radice quadrata, sostituite il suono germanico con quello slavo, abbassate lievemente il tenore della vita, aggiungete un pelo di provincialismo e pochi chilometri di costa: benvenuti in Slovenia (la “Svizzera della Jugoslavia”). Probabilmente un'entità simile a ciò che sarebbe il Veneto se fosse indipendente (con qualche abitante e qualche azienda in meno).

Territorio. Grossomodo la Slovenia può essere ripartita in tre macro-zone: il Carso (a occidente), la fascia alpina e pre-alpina (grossomodo in mezzo) e la pianura pannonica (a oriente). La costa è lunga 46 chilometri (acqua cristallina ma spiagge spesso asfaltate), la vetta più alta è il monte Triglav (Tricorno - circa 2600m). I principali fiumi sono l'Isonzo, la Sava (che sfocerà nel Danubio a Belgrado) e il Kolpa (che marca parte del confine meridionale con la Croazia). Principali punti di interesse: la capitale Lubiana (250.000 abitanti), Maribor (seconda città), gli splendidi laghi di Bled e Bohnj, le costiere Pirano, Portorose e Capo d'Istria (Koper), Kranjska Gora, le grotte di Postumia i cavalli bianchi di Lipica. Spesso la toponomastica è trilingue, il che genera confusione: per esempio Caporetto diviene Kobarid, l'Isonzo Socia, Trieste è Trst - ma va peggio a Venezia, che diviene Benetke.

Italiani? Lungo la costa, proseguendo da Trieste in uscita dall'Italia, c'è una pista ciclabile, ricavata sulla vecchia ferrovia. Mentre si pedala, rimane difficile dire dove finisca l'Italia, dove cominci la Slovenia e dove la Croazia. E' indubbiamente un continuum, sia dal punto di vista architettonico che sociologico. L'italiano, anche oltre confine, rimane di pubblico dominio, così come gli idiomi slavi non siano così inusuali in zona Trieste (che ospita, tra l'altro, un teatro sloveno stabile e una grossa chiesa ortodossa serba). Sulla costa permangono minoranze italiane, l'italiano gode dello status di lingua ufficiale (Tele Capo d'Istria trasmette ancora, in italiano). Alla nostra minoranza, come a quella ungherese dalla parte opposta del paese, spetta un seggio nel Parlamento. Andando verso nord, è invece difficile segnare il confine tra Alto Adige, Tirolo, Carinzia e Slovenia. Andando verso sud, non è semplice tracciare una demarcazione netta con la Croazia. Probabilmente, il continuum esiste anche a est, con l'Ungheria.

E quindi? Cosa accomuna gli sloveni? Parlano una lingua slava basata sul “duale” (le forme verbali sono nove: io – tu – lui/lei – noi – noi due – voi – voi due – loro – loro due / ovviamente, noi – voi e loro devono essere più di due, se no si usa il duale), ascoltano e ballano a ritmo di fisarmonica, abitano in casette individuali, pregano in graziose chiesette cattoliche alpine, condividono un diffuso sentimento anti-italiano, anti-croato, anti-balcanico, anti-austriaco (prevalentemente in passato) e pure anti-sloveno. Schifano sia le grandi città che qualsiasi fenomeno che minacci l'integrità economico-culturale-sociale dell'entità Slovenia. Condividono la genuina convinzione che Lubiana sia una grande città e si incazzano ogni volta che Slovenia viene associata o alla Slovacchia o al vuoto pneumatico. Inoltre, probabilmente, se leggessero questo paragrafo si incazzerebbero: su questo versante delle Alpi, ironia e auto-ironia non sono pervenute.

Geo-politica. Come sanno bene i croati (ostacolati fino all'inverosimile per pochi chilometri di mare nel golfo di Pirano), la Slovenia è un membro dell'Unione Europea, che ha rinunciato al Tallero per l'Euro. L'ingresso nell'area Schengen ha comportato la caduta del “muro” che separava Gorizia da Nuova Gorica.

Personaggi celebri. ...Si...Cioé...Boh! No, dai scherzo: qualcuno c'è. Mezzo Tito (si dice), il matematico Vega (l'inventore del numero di Vega), l'architetto Plecnik e qualche sportivo qua e là: la sciatrice-cantante Tina Maze (seconda nella scorsa coppa del mondo), l'ex sciatrice di fondo Petra Madic (celebre per una medaglia olimpica con una costola incrinata), qualche cestista, l'ex sampdoriano Catanec (allenatore ai tempi della prima storica qualificazione mondiale), i contemporanei Ilcic, Bacinovic, Cesar (che con alterne fortune calcano i campi nostrani), Matiauz (che gioca in Olanda) e Brecko (terzino destro, beccato in Germania ubriaco a guidare sulle rotaie del treno). Samir Handanovic merita invece un discorso a parte: il portierone nerazzurro sta alla Slovenia come un ipotetico cantante neo-melodico mediterraneo “Ciro Esposito” starebbe alla Lombardia. Quel cognome in -vic denota infatti una chiara origine meridionale, che il nome Samir conferma in pieno: il calcio inoltre, tralasciate quelle rare parentesi nelle quali la nazionale inspiegabilmente si qualifica per qualcosa, rimane un “gioco da terroni”. Nella “borghese” Slovenia si scia e si gioca a golf. Al massimo a basket.

In attesa di Milan-Juventus e dell'esito delle primarie, mentre muore “Giaiar di Dallas”, vi si dà appuntamento alla prossima puntata: studiate che interrogo!!!

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