LA VITA E' MERAVIGLIOSAMENTE
IMPREVEDIBILE
Senza sapere bene il perché, partecipi
a uno scambio di giovani in Romania. Come sempre accade, rimani in contatto con 4 o 5 persone. Di cui tre sloveni.
Correva l'anno 2010. E così, quando qualche anno dopo ti ritrovi
nella terra della straordinaria Tina Maze, li ricontatti per una
birretta. Scopri che Aliaz è a Praga, ha seguito la sua
ragazza in Erasmus. Ma ti dice che devi assolutamente
chiamare Gregor per vedere le partite con lui: è un gran tifoso del
Milan, parla italiano ed è un bravo ragazzo.
A distanza di qualche mese, complice il
trasferimento in città, ti sei ritrovato a essere un membro della
compagnia di Aliaz (temporaneamente in Cechia), Igor (reduce dallo
scambio in Romania - una persona davvero colta, raffinata, educata e istruita), Gregor (rossonero doc – forse l'amico e
compagno di scorribande notturne che non hai mai avuto), Rock (si
scrive senza “c”, ma a me piace pensarlo all'inglese) e Miha (laureando in italiano), cui si aggiunge occasionalmente Andrej. Sono
tutti i Nova Gorìca (mi raccomando l'accento sulla “i”, ci
tengono), per cui tutti parlano fluentemente in italiano: son
simpatici, bontemponi, allegri e aperti. Un gruppo di persone con cui
è piacevole stare in compagnia, un gruppo di persone con cui non
esci meramente per non stare a casa, utilitaristicamente per
“conoscere persone all'estero” o giusto per non guardar le
partite da solo davanti al pc. Sono un gruppo di persone con cui stai
davvero bene. Un gruppo di persone che ti accettano per quello che
sei, che sono interessate a conoscere meglio l'Italia e a “praticare
l'italiano”.
Un gruppo di persone che se ci pensi
ogni tanto ti senti un po' in colpa, perché la maggioranza si adatta
a te che sei straniero a casa loro. E lo fa allegramente, col sorriso
sulla bocca senza fartelo pesare minimamente. “A noi fa piacere
parlare con te per parlare con te, non perché sei italiano: a noi
non cambia niente parlare in italiano, inglese o sloveno, a noi piace
parlare italiano perché non lo parliamo mai”. Un gruppo che si
autodefinisce di “zingari” e ride dell'allegra tradizione italica
di racchiudere in questa categoria tutta l'Europa Orientale. Poco
conta che abitano a tre chilometri dal confine e parlano italiano
meglio di tanti italiani: loro vengono additati così. E ci ridono su!
E' interessante star con loro. Siamo cresciuti guardando gli stessi cartoni, le stesse trasmissioni, gli
stessi film e condividendo la passione per il gioco più bello del
mondo. E fa specie sentire la ragazza di Igor (che vive nella parte
orientale del paese) che, in un italiano discreto, ti dice che ha
iniziato a studiare italiano perché “il mio ragazzo è di Nova
Gorica, i suoi amici parlano tutti italiano, per cui ho voluto
imparare”. Loro hanno davvero “un piede di qua e uno di la”.
Perché in Slovenia è così: quando
meno te lo aspetti, trovi qualcuno che parla italiano. Magari mentre
fai stretching in palestra, sbuca l'istruttore che ti approccia in
sloveno ma che in tre nanosecondi ti dice di essere anch'egli di Nova
Gorica. O mentre chiedi “Excuse me, could I use that?” puntando
dei pesi, con il tabozzo che ti risponde “...Ueh, parla pure in italiano...” (è di Sezana, tre passi da Trieste). O al bar, tra gli amici di un amico, che
hanno studiato alle elementari o hanno fatto lo SVE in Sicilia. E ci
son rimasti quando, in Sicilia, con il loro italiano scolastico, non
capivano ciò che diceva la gente: “non pensavo che il dialetto
siciliano fosse così diverso dall'italiano. Ma anche a Milano si parla così?”. Nei ristoranti
inoltre, non è così improbabile di ricevere menu che includono
anche l'italiano. Sicché, dopo un po', ci si vizia e, anche il
consolidato inglese, a tratti tende a scricchiolare.
“Now, after the elections, how is the
situation in Italy?”. “A mess, as always!” sorridi, pensando
che se fino a qualche settimana fa la domanda ricorrente era “Ma
perché gli italiani votano Berlusconi?”, da oggi il nuovo
tormentone è la spiegazione del nostro sistema bicamerale, il premio
di maggioranza su base nazionale alla Camera e su base regionale al
Senato. E perché è così? E' il porcellum, bellezza!
Ma non ti
criticano per il sistema politico “Anche da noi la situazione non è
buona, per cui non possiamo permetterci di criticare gli altri”. Ma qui, al posto di parlare, gli
sloveni si stanno attivando per protestare contro la classe politica
corrotta e contro il “sistema pubblico”, tendenzialmente iniquo e
poco trasparente.
Hanno rovesciato il sindaco di Maribor, seconda
città del paese, al grido di GOTOF JE (“è finito”) poiché
aveva nove processi in corso. Hanno fatto cadere il Governo perché
la commissione anti-corruzione ha trovato dei movimenti sospetti sui
conti correnti del Premier Jansa (nell'ordine delle decine/centinaia
di migliaia di Euro – Jansa fu inoltre coinvolto nello caso
“Patria”, uno “scandalo internazionale” relativo alla
produzione di alcuni carri armati destinati alla Finlandia che ha
comportato l'arresto di alcuni finlandesi che hanno ammesso di aver
corrotto alcuni politici sloveni).
Partita un po' per gioco, complici i
social media, dopo una prima fase distruttiva, la protesta sta ora
diventando propositiva. I manifestanti vogliono riforme, trasparenza,
equità e giustizia (specialmente relativamente alle punizioni per
chi ha sbagliato, indebitando il paese in maniera illecita). Poiché
la macchina burocratica è piccola, molti nomi sono infatti noti.
Inoltre, non è difficile mobilitare un numero di cittadini che
superi la “massa critica” e non è complicato organizzare eventi
e manifestazioni. Il "movimento" ha inoltre deciso di rimanere espressione di puro attivismo civico, non si trasformerà in un partito politico e non è vietato a chi ne fa parte di aderire a un partito.
L'ultimo appuntamento era per domenica
alle tre. Erano le sei passate, pioveva a dirotto, ma le strate di
Lubiana pullulavano di persone, giovani, adulti e famiglie che,
“armati” di con striscioni e stendardi e fischietti,
passeggiavano tranquillamente nelle vie del centro. In Piazza del
Congresso c'era un concerto. Tutto tremendamente pacifico.
E ci sarebbe spazio anche per un po' di
ironia nell'analizzare questo fenomeno politico. Ma non oggi.
Oggi
voglio solo gioire della bellezza di essere europeo, di sentirti
europeo. Della bellezza di ritrovarti in un paese nuovo, nel centro
della sua splendida capitale, a fare un bel lavoro, circondato da
persone che parlano “la tua lingua”, con cui ti trovi bene, e da
prodotti italiani (dello stesso discount cui mamma fa la spesa a
Pieve).
La vita è meravigliosamente imprevedibile.