mercoledì 5 dicembre 2012

NONA PUNTATA

CRONACA DI UNA MATTINA CRITICA

Abiti a tre quarti d'ora abbondanti da Lubiana, in un bel paesino sperduto tra i colli. L'appuntamento è per le nove di mattina. Ci sarà traffico, meglio uscire un po' prima. Dato che l'ultima volta che avevi cercato l'indirizzo avevi trovato una via sbagliata, scrivi un'email al boss per chiedergli l'indirizzo preciso. E' arrivata la sera. Nessuna risposta. Solleciti con un sms. Più tardi ti do l'indirizzo, ti scrive. Vai a nanna, punti la sveglia alle 7.15: l'sms sarà arrivato, tempo di far colazione, sciaquarsi, verificare su google map e via.

Il cellulare ti sveglia puntuale, ma dell'sms non c'è traccia. Scrivi in fretta un sms al boss: vuoi che venga al meeting? Se si, scrivimi l'indirizzo. Scaldi il te, fai colazione, prepari la schiscetta, vestizione del soldato. Cambio di abito: fa freddo, c'è tempo per decidere, dell'sms nessuna traccia. Arriva anche l'sms, senza fretta. Leggi di sfuggita, controlli solo l'indirizzo, senza badare al fatto che l'sms indica la zona “Moste”, vicino al centro commerciale. Inserisci l'indirizzo e gioisci: sai dov'è. Laptop? C'è. Schiscetta? Eccola. Chiavi ufficio? Prese. Chiavi casa? Pronte. Chiavi macchina?...Breve ricerca...Eccole. Andiamo che è tardi! Sono le otto!

Esci fuori e c'è la Siberia. No beh quasi. Rifaccio.

Esci fuori e c'è quasi la Siberia. Arrivi alla macchina, che se ne sta lì tranquilla sotto una patina da mezzo centimetro di ghiaccio. Metti in moto. Parte. Non si vede un cazzo...E poi...Che idea! L'acqua! Ci provi con una bottiglia d'acqua mezza piena, reduce da un viaggio del 1956. Funziona. Ti senti un genio. Rientri in macchina. Meno peggio. Sacrifichi anche la borraccia del pranzo, infondo la potrai riempire nuovamente. Il ghiaccio si assottiglia, ti illudi di vederci.

Esci dal parcheggio. Ma non si vede un cazzo. Navighi a vista, il finestrino è ancora ghiacciato, apri la portiera, giri a culo, una vecchia che butta l'immondizia ti guarda con un'aria schifata. Ha ragione lei. Arrivi in fondo al vialetto. Parcheggi, aspetti. Dopo poco, ci si comincia a vedere, in basso, vicino al bocchettone. Via! I tergicristalli allargano lentamente la zona di luce. Il fumo della macchina è sempre bianchissimo. Immagini gli insulti che il motore ti sta tirando. Sono le otto e zeronove: “Caro motore, mi dispiace tanto...Abbi pazienza pure tu...”.

La situazione ancora non è disperata, pensi, quando dopo quindici minuti arrivi a Skofja Loka. E' un buon intermedio. Ma Skofja Loka è un paese bastardo: benché conti meno di quindicimila anime, ospita almeno due ingorghi clamorosi al giorno. Uno di mattina e uno di pomeriggio. E tu ti sei imbattuto in quello mattutino. In effetti, pochi metri prima del punto critico (una strettoia dove passa una strada statale), ci sono dei lavori. E c'è un omino con una paletta verde che alterna i sensi di marcia. E' un genio assoluto. Da una parte – la tua – una fila di un chilometro. Dall'altra quattro macchine. “Ma come si fa”, pensi...prima di realizzare che non c'è tempo per pensare, sono le otto e ventisette.

Entri in città e il traffico sembra regolare. Premessa: se per terra le corsie sono tracciate – a linea discontinua –, pare non vi sia nessuna norma che imponga di tenere la destra. Per cui, spesso, trovi veicoli lenti a sinistra. Pare quindi lecito cambiar corsia. Gli sloveni di solito non lo fanno e si indispettiscono parecchio se qualcuno lo fa. Tu ovviamente lo stai già facendo.

Semaforo rosso. Una donna orribile, su una station wagon bianca bruttissima, sbattersi l'indice sulla tempia con una mano e ti indica “zig zag” con l'altra. Risposta tipica: polpastrelli delle cinque dita unite, la mano che si muove su e giù. “Ma che cazzo vuoi?”.

Verde. Lei ti affianca e accelera. Tu hai già capito. Inizia a zigzagare, poi rientra nella sua corsia, poi ti taglia la strada netta e inchioda. Tu avevi già inchiodato, già sapevi. Sbuca un dito medio e un “Vaffanculo”. Guardi il bloster, metti la freccia a destra. Lei per fortuna tira dritto. Meno male, non c'era tempo per litigare. Imbocchi la circonvallazione. Deserta. Tagli il centro in pochi minuti. Sembra un sogno, ringrazi il cielo. Dopo un tentennamento e un sms di scuse per il lieve ritardo, arrivi all'indirizzo. Sono le nove e zero tre. Sei un eroe.

Ma poi il boss chiama: non ti vede. Ti da dei riferimenti che non esistono. Hai sbagliato indirizzo, ti dice un uomo gentilissimo: se ci fosse tempo, ti chiederesti che senso ha usare un nome per due vie nella stessa città...Ma non c'è tempo. Dopo mezzora e due telefonate, arrivi a destinazione. Il boss ti ha aspettato, giocandosi la carta del “sai, è italiano, non conosce bene la città”. L'interlocutore è comprensivo.

Già so cosa staranno pensando i miei venticinque lettori. “Minchia ma un po' di figa in questo blog, no?...Minchia la figa...E un cilotto?... E le partite? Minchia la Champions league!...Figa la Juve...E Manchester City è fuori...Porco Dighel!”. No, niente Champions, ma Europa league: domani c'è Maribor – Lazio!

Nessun commento:

Posta un commento